Autentica casa polesana (fine 1800 inizio 1900), di una agiata famiglia di braccianti agricoli.
Collocata sul versante ovest delle dune fossili boscate che costituivano il confine naturale tra mare e terra già nel 2000 a.C., trovava naturale riparo dai venti predominanti di nord-est (Bora e Maestrale) e permetteva agli occupanti di fornirsi di combustibile (legname) per gli usi domestici.
L’edificio, perfettamente funzionale a quei tempi, dava riparo a tutti i componenti la famiglia, composta solitamente da 6, 9 e anche 12 persone, agli animali da cortile (galline, oche, anatre e faraone), al maiale, alla vacca allevata per il latte e all’asino utilizzato per il traino del carretto.
Costruito con muratura in mattoni ad una testa (spessore cm 15), presentava pianta rettangolare di dimensioni 4,35 x 20,15 metri, con tetto a due falde e copertura in coppi sostenuti da una orditura di travi lignei, si ergeva in un unico piano con una altezza in gronda di metri 2,80.
Importante era l’ AIA, di forma rettangolare a due falde in leggera pendenza verso i lati lunghi era costituita da un lastricato di mattoni. Questa, posizionata a ridosso della facciata principale dell’edifico esposta a sud, serviva per l’essicazione dei prodotti agricoli ( grano, mais, fagioli, orzo e fieno) prima dello stoccaggio invernale che avveniva nel sottotetto dell’edifico.
Completa l’impianto il pozzo, posto al margine sud-est dell’AIA circondato da alberi ed arbusti a protezione dai raggi solari, dal quale si attingeva l’acqua dalla sottostante falda freatica per le necessità delle persone e degli animali.
L’edificio, successivamente rimaneggiato, è stato concesso in uso gratuito ai marinai dagli attuali proprietari, persone a Noi molto vicine che da sempre hanno condiviso e sostenuto i valori che animano l’Associazione Marinai d’Italia.